Privato vende appartamento 54mq: incipit


 

Rosanna andò ad aprire la porta al suono del campanello.

- Quarto piano, prenda la scala a sinistra. –

Ripose il citofono nella base sulla parete e corse in cucinino a spegnere il fuoco sotto al pentolino pieno d’acqua quasi all’ebollizione. Versò l’acqua calda nella sua tazza preferita e immerse la bustina di tè alla menta. Avrebbe avuto la temperatura giusta quando la visitatrice se ne fosse andata. Rosanna calcolò un quarto d’ora circa.

Raggiunse nuovamente l’ingresso e accolse la signora in cappotto marrone che si presentò come Agatha Rosenbauer.

- Questo è l’ingresso dell’appartamento, funzionale ma non troppo grande. – disse Rosanna, introducendola in casa - Come le dicevo al telefono, la disposizione degli ambienti è molto razionale e pratica. L’ingresso, perciò, non porta via spazio alle altre stanze e i 54 metri quadrati sono ben utilizzati. -

La signora diede una rapida occhiata e puntò subito due sottili occhi azzurri sul viso della sua interlocutrice. Sorrise, solamente con le labbra. Rosanna allora la condusse subito a destra, nel soggiorno, una stanza ampia e luminosa, senza dubbio uno dei punti forti del suo appartamento.

- Come vede il soggiorno è davvero ampio per un appartamento di questa metratura. – Questo era il momento che normalmente sceglieva per sfoderare al possibile acquirente il primo grande sorriso, una larga apertura di simpatia che le si stampava sulla faccia. Chi ne veniva irradiato difficilmente poteva resistere al desiderio di restituirglielo. Era un dono di cui aveva imparato a sfruttare i vantaggi, negli anni. Peccato averne raggiunto la consapevolezza così tardi, chissà quanto sarebbe stato utile se ben speso nell’adolescenza. Ma è chiaro come a 38 anni siano evidenti tante cose che a 17 sono immerse nel buio dell’inesperienza e dell’insicurezza.

Al suo sorriso aperto la donna restituì uno sguardo curioso. Piegò leggermente la testa di lato, mentre le osservava la bocca, studiandola. Rosanna sentì il sorriso irrigidirsi. Spiazzata dall’inconsueta reazione della donna al suo tentativo di ingraziarsi il possibile acquirente, si schiarì la gola e si girò verso la portafinestra. Con un gesto non privo di imbarazzo, allargò le braccia a sottolineare l’ampiezza della stanza e dopo una breve pausa in attesa di un eventuale commento, che non giunse, proseguì.

- Il soggiorno ha un terrazzo che dà sulla via De Amicis, come tutte le finestre della casa – indicò, dirigendosi verso la porta. Oramai aveva una certa pratica nella presentazione della sua casa. Da quando aveva messo l’annuncio di vendita sul portone dello stabile, si erano già presentati sette visitatori. Non c’era stata ancora un’offerta d’acquisto e le settimane scorrevano rapide, ma Rosanna era speranzosa. Il suo era un bell’appartamento, in una zona molto richiesta, ed era una frizzante giornata di fine ottobre. La luce entrava generosa dalle finestre quel pomeriggio e si riversava calda nelle sue stanze. Era sicura di riuscire a trasmettere ai visitatori il suo amore per quella casa, convincendoli che era un bel posto dove svegliarsi la mattina e dove tornare a godersi la propria intimità dopo una giornata di lavoro. Ma la signora Rosenbauer era un osso duro. La guardava aprire la porta finestra restando in piedi al centro della stanza, mentre teneva la borsetta gonfia con tutte e due le mani e si dondolava lievemente, spostando il peso da una gamba all’altra. Il  cappello viola le si era spostato un po’ di lato, rendendo più evidente una ciocca di capelli grigi.

Tre innocui deliri             Incipit

La lavagnetta

Schiavi del tappeto